Quest’anno abbiamo scelto di moltiplicare l’impatto delle vostre donazioni scegliendo per le nostre proposte compagne e compagni di viaggio particolari: ecco chi sono.

Cuoche Combattenti
“Cuoche combattenti è un progetto di imprenditoria sociale ha come obiettivo l’emancipazione economica delle donne vittime di violenza di genere. L’associazione si muove nel concreto dando a queste la possibilità di allontanarsi da ambienti malsani e di porsi in un’ottica lavorativa attraverso il recupero, la produzione, la commercializzazione di ricette popolari tradizionali. “Il nostro è un vero e proprio laboratorio di produzione alimentare – spiegano – produciamo confetture di frutta di stagione e marmellate, conserve dolci e salate, prodotti da forno. Tuttavia, creiamo anche occasioni di incontro per fare in modo che il nostro messaggio possa essere d’aiuto per tante donne: sogniamo un mondo in cui queste possano avvalersi di strumenti di riscatto, rimettersi in sesto e riprendere in mano le proprie vite”. Il nostro motto è Mai più paura, mai più in silenzio, non siamo vittime ma combattenti!”.

Impastarci
“La Cooperativa Sociale fornisce lavoro, formazione e strumenti alle donne vittime di violenza, svantaggiate e in collocamento mirato, finalizzati all’emancipazione femminile. L’offerta di stage ed inserimento lavorativo serve a facilitare l’autonomia economica delle donne maltrattate e favorire la ristrutturazione del percorso di vita, rompere l’isolamento socio culturale nel quale vengono confinate dalle violenze e riscoprirsi come soggetti attivi e di valore. La Cooperativa Impastarci lavora in rete con diversi soggetti dedicati alla difesa dei diritti delle donne e degli uomini come N.A.Ve, Network Antitratta per il Veneto, e il S.I.L. (Servizio di inserimento lavorativo dell’Asl 9)”.

Luppoleto Sociale Fuorimercato
“Il Luppoleto è un progetto di agricoltura sociale per soggetti svantaggiati (persone con disagio psichico, ma anche rifugiati politici, migranti in difficoltà, ex carcerati e NEET) inserito all’interno di una rete di economia solidale e popolare che riunisce varie realtà del territorio: Fabbrica Recuperata Cooperativa RiMaflow, UCAPTE – una casa anche per te, La Barriera, Cooperativa Agricola Sociale Madre Terra, Bene Confiscato Libera Masseria di Cisliano e Cascina Sant’Alberto di Rozzano. Nel Luppoleto, curato dall’Università della Tuscia impegnata nella diffusione e valorizzazione del luppolo italiano, sono state messe a dimora 1.400 piantine, alcune delle quali sono state adottate dalla Cgil Lombardia che le ha dedicate alla memoria di alcune vittime di mafia o di criminalità come Lea Garofalo, le vittime della strage di Piazza Loggia, Ion Cozacu, Fausto Spagnoli, le vittime dell’incidente ferroviario di Pioltello, le vittime della Lamina, Emmeline Pankhurst”.

Contadinazioni
“Contadinazioni è un progetto nato simbolicamente nel ghetto dei lavoratori stagionali di Campobello di Mazara (TP) e orientato al superamento delle logiche di coltivazione che, nel caso specifico delle pregiate olive Nocellara del Belice, legittimano lo sfruttamento di lavoratori africani, giovani precari, braccianti tradizionali e al contempo obbligano i piccoli agricoltori a svendere il proprio prodotto alla grande distribuzione più o meno legale e organizzata”.
“Il progetto Contadinazioni persegue il preciso obiettivo di ri-significazione del territorio in cui opera attraverso l’autoproduzione (olive da mensa, pomodoro siccagno, miele e trasformati alimentari), in una prospettiva delineata dalla valorizzazione della terra (in tutte le sue accezioni) e dall’autodeterminazione delle soggettività: un nuovo modello economico, inclusivo, fondato sulle relazioni concrete, che garantisce l’assoluta qualità dei prodotti attraverso il controllo diretto e un circuito di autocertificazione collettiva”.

Treedom
“Treedom è il primo sito che permette di piantare alberi a distanza e seguire online la storia del progetto che contribuiranno a realizzare.
Dalla sua fondazione, avvenuta nel 2010 a Firenze, sono stati piantati più di 3.000.000 di alberi in Africa, America Latina, Asia e Italia. Tutti gli alberi vengono piantati direttamente da contadini locali e contribuiscono a produrre benefici ambientali, sociali ed economici. Treedom finanzia direttamente progetti agroforestali, diffusi sul territorio. La filosofia è quella di realizzare ecosistemi sostenibili e permettere a migliaia di contadini di far fronte ai costi iniziali della piantumazione di nuovi alberi, garantendo nel tempo sovranità alimentare ed opportunità di reddito. Treedom finanzia progetti presso comunità rurali in vari paesi del mondo e realizza anche in Italia progetti a forte valenza sociale. Il primo passo è la formazione e il finanziamento delle comunità coinvolte nei progetti, ottenendo straordinari risultati in termini di empowerment delle stesse. Gli alberi e i loro frutti sono di proprietà dei contadini, permettendo loro di diversificare ed integrare il proprio reddito e in alcuni casi di avviare iniziative di microimprenditorialità. Finanziare la piantumazione di nuovi alberi con Treedom, serve a sostenerne la cura nei primi anni di vita, quando non sono ancora produttivi in termini di frutti”.

SfruttaZero
“SfruttaZero è un progetto di autoproduzioni di salsa di pomodoro, di tipo cooperativo e mutualistico che vede direttamente protagonisti migranti, contadini, giovani precari e disoccupati che vogliono avviare o continuare un’attività lavorativa attraverso la produzione di prodotti locali e conserve per costruire sul territorio relazioni ed economie solidali.
SfruttaZero riunisce tre realtà del Sud Italia: Diritti a sud di Nardò (Lecce), Netzanet-Solidaria di Bari e Osservatorio Migranti Basilicata/Fuori dal Ghetto di Palazzo San Gervasio e Venosa (Potenza). L’idea è quella di realizzare una filiera pulita del pomodoro dalla semina alla trasformazione; il frutto finale saranno bottiglie di passata di pomodoro di alta qualità, prodotta senza sfruttamento del lavoro. L’obiettivo è far sì che “l’oro rosso”, da simbolo di sopraffazione e caporalato in Puglia e Basilicata, diventi simbolo di emancipazione, riscatto e speranza di un futuro diverso”.

RiMaflow
“RiMaflow è un progetto di lavoro basato sul mutuo soccorso, la solidarietà, l’uguaglianza e l’autogestione che mette insieme disoccupati, precari, migranti, disabili, artigiani, artisti, agricoltori biologici, comunità e associazioni del territorio. Nel 2012 la Maflow, storica fabbrica di Trezzano sul Naviglio (Milano) del comparto automotive italiano, viene chiusa per speculazioni finanziarie dei suoi padroni: 330 lavoratrici e lavoratori furono licenziati. Ma non si sono arresi, hanno recuperato la fabbrica e avviato il progetto RIMAFLOW, la nostra ri-nascita”.
“RiMaflow Fuorimercato, società operaia di mutuo soccorso, cooperativa sociale di comunità a r.l.” si ispira alle fabricas recuperadas argentine e alle storiche società di mutuo soccorso e si propone come fabbrica aperta al territorio, creando sinergie e coesione tra molteplici realtà, per incidere positivamente sulla vita sociale ed economica delle comunità stesse. Attraverso la produzione di beni e servizi, l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, un nuovo modo di intendere la produzione e i consumi, RiMafow crede in un futuro dove lo sviluppo viene progettato dal basso nel rispetto dell’ambiente, degli esseri umani e all’insegna della giustizia sociale”.