A Trieste, dalla scorsa primavera, le volontarie e i volontari di ResQ supportano la rete di associazioni che, su quel territorio, da anni sono impegnate ad accogliere i migranti provenienti dalla rotta balcanica.
A turni di una o due settimane, in questi otto mesi sono stati una cinquantina ad alternarsi con la propria presenza al fianco delle realtà locali, offrendo assistenza diretta presso il Centro diurno, l’ambulatorio medico e nell’ambito del lavoro di strada. In terra, come in mare, ResQ cerca di salvaguardare i diritti e la dignità di ognuno, mettendo in pratica un principio che è sempre lo stesso: persone che salvano persone.
“Persone che salvano persone…ma chi ha salvato chi?” ci scrive Betty, una delle nostre volontarie a Trieste lo scorso autunno. “Credevo di accogliere e sono stata accolta dagli altri volontari, dagli operatori del Centro diurno e dalle centinaia di persone che quel centro lo abitano ogni giorno. Pensavo di regalare sorrisi…e ne ho ricevuti a decine; credevo di poter insegnare un poco di italiano e mi hanno insegnato la preziosa arte della pazienza, della delicatezza, del rispetto, del saper aspettare il proprio turno”.
Chi arriva a Trieste ha alle spalle un viaggio segnato da abusi, violenza e respingimenti ai confini, senza contare la fatica e le condizioni estreme che uomini, donne e bambini affrontano per cercare rifugio – o una vita migliore nella nostra Europa. Qui arrivano pakistani, afgani, nepalesi, iraniani, kashmiri, bengalesi: avrebbero diritto ad assistenza e accoglienza, ma il sistema di accoglienza dello Stato è del tutto inadeguato. Molti non riescono a trovare un posto per la notte e restano in strada o al vecchio silos, in condizioni precarie, pericolose e molto lontane dalla minima dignità umana.
“Alle 8:30 – racconta Betty descrivendo la giornata al Centro diurno – c’è già la fila di persone che attendono di entrare: per un po’ di caldo, quattro chiacchiere, una doccia, la possibilità di lavare i propri vestiti e chiedere un aiuto per differenti questioni. Ogni giorno operatori preziosi sono pronti a sostenere chiunque entri e rispondere come possono alle mille richieste di ogni genere.
E le richieste sembrano non finire mai, come anche le persone che entrano dalla porta portando fatiche, necessità e un sorriso”.
La presenza delle volontarie e dei volontari di ResQ a Trieste continua anche nel 2024, arrivano molte richieste e molti chiedono di ritornare.
“Ho riscoperto quanto è prezioso un semplice gioco di carte per lasciar da parte, anche solo per qualche attimo, i pensieri e le preoccupazioni. E come quel semplice gioco di carte sappia radunare intorno ad un tavolo, culture, lingue e sguardi diversi. (…) Restare umani è ancora possibile, anche dopo aver camminato lungo la rotta balcanica, per migliaia di chilometri e attraversato l’inferno e l’inverno dell’umanità”.
Grazie Betty e grazie a chi come te ha scelto di essere con noi a Trieste!