Siamo indignati per quello che succede a poche miglia dalle coste italiane. A bordo di alcune navi di soccorso, per giorni, poco più di mille persone, uomini, donne e bambini stanno di poter sbarcare in un porto sicuro.
Sono sopravvissuti alla traversata in mare e, prima ancora, a violenze, stupri, torture. Soccorrerli, assisterli e condurli in un porto sicuro è un obbligo giuridico, non solo un principio etico; le navi di soccorso hanno fatto le prime due cose.
Siamo sdegnati per la scelta di non prestare assistenza ai naufraghi, alle navi e ai loro equipaggi, che costituisce una violazione del diritto e delle Convenzioni internazionali. Bloccare i sopravvissuti in mare per giorni, su imbarcazioni che sono adatte al soccorso ma non certo a una lunga permanenza a bordo, vuol dire trattarli in modo inumano e degradante. Decidere chi può sbarcare e chi no in base alle condizioni mediche individuali è inaccettabile sotto il profilo etico e da un punto di vista giuridico, perché sono naufraghi ed è un’operazione di ricerca e soccorso: il diritto di scendere a terra in un porto sicuro (e il dovere delle navi di concludere in questo modo l’operazione di soccorso) devono prescindere da ogni caratteristica individuale.
Siamo sconcertati dal tentativo del nostro Governo di trovare il modo per respingere collettivamente queste persone – un’altra violazione degli obblighi internazionali – anziché impegnare ogni sforzo possibile per assisterle, curarle, farle giungere finalmente in un luogo sicuro.
Siamo sgomenti per il fatto che giorno dopo giorno, ora dopo ora, si stiano violando gravemente i diritti umani di queste persone.
“Sono davvero esseri umani? Quelle 1.075 persone a bordo delle navi attualmente in mare sono davvero donne, bambini, uomini? Ce lo chiediamo perché le nostre istituzioni non li stanno trattando come tali, ossia come persone come noi e con gli stessi nostri diritti”, sottolinea Luciano Scalettari, presidente di ResQ.
Siamo accanto ai soccorritori, ed esprimiamo tutta la nostra solidarietà e il nostro appoggio a Humanity 1, con 179 persone soccorse a bordo, Rise Above, con 90 persone soccorse a bordo, Ocean Viking, con 234 persone soccorse a bordo, e Geo Barents, con 572 persone soccorse a bordo.