“Siamo profondamente preoccupati per il bilancio delle vittime: finora nel 2021 almeno 500 persone hanno perso la vita cercando di compiere la pericolosa traversata in mare lungo la rotta del Mediterraneo centrale ha dichiarato Carlotta Sami, portavoce dell’UNHCR – rispetto alle 150 dello stesso periodo del 2020, un aumento di oltre il 200 per cento. Questa tragica perdita di vite umane sottolinea ancora una volta la necessità di ristabilire un sistema di operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale coordinato dagli Stati”.
Condividiamo tutto: la preoccupazione, il dolore, la necessità che siano gli Stati a riprendere l’iniziativa del soccorso e della tutela dei diritti umani. Insieme a tutte le altre associazioni impegnate nel SAR, abbiamo anche chiesto un incontro al Presidente Mario Draghi per parlare di questo.
“Le testimonianze che abbiamo raccolto nei giorni scorsi, anche di bambini, parlano di prigionia e brutalità inflitte senza alcun rispetto per la vita umana“, continua Carlotta Sami. “Sollecitiamo la comunità internazionale a fare di più per rafforzare la protezione delle persone che viaggiano lungo questa rotta e per fornire alternative sicure a questi viaggi pericolosi e disperati”.
Siamo d’accordo. Nessuno più deve subire brutalità. Bisogna aprire canali di accesso sicuri e legali, nessuno deve più rischiare nei deserti o in mezzo al mare. E del soccorso nel Mediterraneo dovrebbero occuparsi gli Stati. Non ci dovrebbe nemmeno essere bisogno di ResQ e della flotta civile.
Però in mare si muore, oggi, e oggi c’è bisogno di tutti noi. Aiutateci a spingere la nave in mare, salite a bordo con una donazione.