A inizio novembre abbiamo assistito indignati a quello che è successo davanti alle coste italiane. A bordo di alcune navi di soccorso, per diversi giorni, poco più di mille persone, uomini, donne e bambini, hanno a lungo atteso di poter sbarcare in un porto sicuro.
Soccorrerli, assisterli e condurli in un porto sicuro costituiva un obbligo giuridico, non solo un principio etico. Per questo siamo stati sconcertati e sgomenti di fronte al tentativo di respingerli, in violazione del diritto e delle Convenzioni internazionali.
Il 7 novembre abbiamo partecipato con Luca Masera del Consiglio Direttivo di ResQ all’incontro pubblico organizzato da Altreconomia per “fare chiarezza sulla nuova frontiera della guerra ai soccorsi ed evitare che assurdità istituzionali, a furia di ripeterle, diventino ‘verità’ ”. Puoi rivedere qui l’incontro “Sbarco contro i diritti: Mediterraneo, soccorsi e decreti” e riascoltare gli interventi di soccorritori, giuristi e accademici che sono intervenuti: